Come fare per configurare correttamente il kernel che si vuole compilare.
Il kernel Linux è molto dinamico e il suo sviluppo prende spesso delle strade imprevedibili. Questa vitalità è molto importante per il futuro del software libero; senza di essa non ci sarebbe modo di usare domani le nuove tecnologie proposte. In questo senso, diventa difficile dare delle indicazioni precise e durature sul modo corretto di configurare il kernel prima della compilazione.
L'unica documentazione sicura sotto questo aspetto è quella che si può consultare in modo contestuale quando si utilizza il comando make menuconfig, oppure make xconfig.
Eventualmente, può essere utile sapere che le informazioni che si leggono lì sono contenute nel file
Quando si parte da zero, è sufficiente accertarsi di eliminare il file
Naturalmente è sempre necessario leggere le prime volte il testo delle spiegazioni disponibili, fino a che si raggiunge una dimestichezza adeguata al tipo di esigenze che si hanno. Eventualmente, si può generare una prima configurazione predefinita con l'aiuto di make defconfig, da modificare poi sulla base delle proprie esigenze.
Come la documentazione interna suggerisce spesso, nella directory
Questo tipo di lavoro passa poi necessariamente per una lunga serie di tentativi falliti (avendo cura di conservare i file
È interessante osservare che è necessario specificare anche i sistemi di partizionamento dei dischi. In generale è indispensabile la gestione delle partizioni tipiche dei sistemi Dos.
Infine, è importante anche tenere in considerazione il tipo di codifica che si vuole poter utilizzare nell'ambito del file system. La codifica in questione riguarda il modo di rappresentare i nomi dei file, che potrebbe richiedere estensioni particolari. In generale viene abilitata la codifica UTF-8.
La voce {
Attraverso questa sezione si possono attivare alcune funzionalità, utili generalmente per chi partecipa allo sviluppo del kernel Linux. C'è comunque almeno una voce che può interessare alla maggior parte degli utenti.
La voce {
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L'unica documentazione sicura sotto questo aspetto è quella che si può consultare in modo contestuale quando si utilizza il comando make menuconfig, oppure make xconfig.
Eventualmente, può essere utile sapere che le informazioni che si leggono lì sono contenute nel file
Documentation/Configure.help
(nell'ambito dei sorgenti), fino alle versioni 2.4.*, mentre in quelle successive si trovano suddivise in vari file Kconfig
collocati nelle directory contenenti il codice relativo al contesto a cui si riferiscono. Segue un estratto di uno di questi file Kconfig
, precisamente si tratta di drivers/usb/Kconfig
:
|
Quando si parte da zero, è sufficiente accertarsi di eliminare il file
.config
, che comunque viene eliminato con il comando make mrproper. In questo modo, il programma che guida alla configurazione del kernel offre già le risposte più ovvie alle domande che fa.Naturalmente è sempre necessario leggere le prime volte il testo delle spiegazioni disponibili, fino a che si raggiunge una dimestichezza adeguata al tipo di esigenze che si hanno. Eventualmente, si può generare una prima configurazione predefinita con l'aiuto di make defconfig, da modificare poi sulla base delle proprie esigenze.
Come la documentazione interna suggerisce spesso, nella directory
Documentation/
sono contenuti tanti file di testo contenenti spiegazioni particolareggiate rispetto a problemi specifici della configurazione. A questo punto dovrebbe essere evidente che non si può configurare e compilare un kernel se non si conosce minimamente la lingua inglese.Questo tipo di lavoro passa poi necessariamente per una lunga serie di tentativi falliti (avendo cura di conservare i file
.config
, per poter ripartire almeno dall'ultima configurazione tentata). Tuttavia, il principiante non deve pensare di essersi messo involontariamente nei guai, perché queste difficoltà riguardano tutti, anche gli esperti, proprio perché la dinamicità nello sviluppo del kernel Linux porta continue novità.Filesystems.
Attraverso questa sezione si definiscono i tipi di file system che si vogliono gestire. In particolare, anche i file system virtuali, come/proc/
e /dev/pty/
, vengono definiti qui.È interessante osservare che è necessario specificare anche i sistemi di partizionamento dei dischi. In generale è indispensabile la gestione delle partizioni tipiche dei sistemi Dos.
Infine, è importante anche tenere in considerazione il tipo di codifica che si vuole poter utilizzare nell'ambito del file system. La codifica in questione riguarda il modo di rappresentare i nomi dei file, che potrebbe richiedere estensioni particolari. In generale viene abilitata la codifica UTF-8.
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Pseudo filesystems
} consente di accedere alle funzioni relative a file system virtuali:
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Kernel hacking.
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La voce {
Magic SysRq key
}, se attivata, consente di disporre sempre di un accesso privilegiato ad alcune funzioni attraverso una console, indipendentemente dal fatto che su questa sia attiva o meno una sessione di lavoro. Queste funzioni si ottengono con delle combinazioni di tasti, costituite da [R_Sist AltGr x], dove x è una lettera che cambia in funzione dell'operazione che si vuole compiere. Il tasto [R_Sist] corrisponde a [SysRq] nelle tastiere per la lingua inglese, da cui viene il nome della voce di menù. Si osservi anche che il tasto [R_Sist] o [SysRq], coincide con il tasto [Stampa] o [Print_Screen].Ricerca personalizzata
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